mercoledì 26 dicembre 2012

Eduardo Roca - La Bottega dei Libri Proibiti

"La Bottega dei Libri Proibiti" è un libro ambientato a Colonia nei primi decenni del Quattrocento, datazione a cui si fa comunemente risalire non l'invenzione ma bensì la diffusione della stampa in Europa.
La stampa è l'assoluta protagonista del romanzo: esso ci proietta in un'epoca in cui il sapere è nelle mani di pochi eletti (facoltosi e membri del clero) i quali faranno di tutto per mantenere i loro privilegi. D'altro canto, un gruppetto di intellettuali, ha il sogno di diffondere i libri tra il popolo. Un sogno che rimarrà tale finché non conosceranno un uomo con il genio necessario a realizzarlo!

L'ambientazione storica mi è parsa piuttosto superficiale e l'autore, mi è sembrato, ha posto l'accento più sugli avvenimenti della sua storia. Ha tentato certamente di rendere l'idea del contesto storico in cui il romanzo è ambientato ma, a parer mio, con risultati deludenti.

La storia stessa, a tratti risulta piuttosto lenta pur non arrivando mai ad annoiare. L'argomento stesso dell'invenzione della stampa è piuttosto intrigante ma, anche qui, il romanzo intreccia vicende amorose spesso poco interessanti.

Nel complesso non è un libro che boccerei, anzi lo consiglio a coloro che sono interessati ad una storia abbastanza plausibile sull'invenzione della stampa. Voto: SEI E MEZZO.


lunedì 24 dicembre 2012

Ken Follett - L'Inverno del Mondo

Ken Follett è uno degli autori più conosciuti al mondo e la fama è assolutamente meritata.

I suoi romanzi sono affreschi storici accuratissimi: francamente, li farei leggere anche a scuola.

"I Pilastri della Terra" è forse il volume più celebre ma, personalmente, preferisco decisamente "La Caduta dei Giganti" e "L'Inverno del Mondo", il libro che vado a recensire. La preferenza sta soprattutto nel periodo storico in cui Ken Follett va ad ambientare i suoi romanzi: il ventesimo secolo infatti cattura totalmente il mio interesse, a differenza del Medioevo.

"La Caduta dei Giganti" era ambientato durante la prima guerra mondiale mentre "L'Inverno del Mondo" durante la seconda. Quest'ultimo libro riesce ad analizzare le ideologie che hanno permeato quell'epoca attraverso il racconto delle vicende quotidiane di persone comuni nel Reich, in Russia, in America e in Inghilterra con una tale cura da dare al lettore l'impressione di lasciare il proprio tempo e vivere quello dei protagonisti. Questo romanzo di Ken Follett è una macchina del tempo che permette di rivivere le emozioni, belle o brutte, dei personaggi dell'epoca coinvolgendo il lettore come pochi altri romanzi sono stati capaci di fare.

Se proprio devo trovare il pelo nell'uovo, mi trovo costretto a criticare l'autore per aver completamente trascurato l'Italia, citata solo un paio di volte, la quale, anche se storicamente ha avuto un ruolo minore rispetto alle altre nazioni, è stata patria di una importante quanto brutale ideologia che meritava di essere approfondita.
Un altro filone narrativo ambientato nel nostro Paese avrebbe potuto colmare la lacuna e avrebbe allungato il romanzo di almeno 200 pagine, il che, per un capolavoro, non può che essere un bene!

In definitiva questo, a parer mio, è un romanzo TOTALE.
Lo consiglio vivamente a chiunque abbia imparato a leggere!!!
Voto NOVE, sfiora la perfezione.


domenica 16 dicembre 2012

Valerio Massimo Manfredi - Il mio nome è Nessuno

Valerio Massimo Manfredi non ha bisogno di presentazioni: scrive romanzi storici e lo fa benissimo.

"Il mio nome è Nessuno" non fa eccezione. E' il primo di due volumi che si propongono di raccontare la storia di Odysseo, meglio conosciuto col nome latino di Ulisse, in una chiave particolare: il romanzo è infatti scritto in prima persona dalla prospettiva di Ulisse stesso e inizia dalla sua nascita fino alla conclusione della celeberrima guerra di Troia (in attesa del secondo volume che, sicuramente, racconterà del suo tormentato ritorno ad Itaca).

Quando un autore riesce a rendere affascinante e avvincente una storia che, bene o male, quasi tutti conoscono, c'è solo da levarsi il cappello, alzarsi ed applaudire. Il romanzo trasuda epicità da ogni singola parola! Chiunque ha solo un vago interesse per la mitologia greca e per il personaggio protagonista della storia non può non leggere questo libro.

E' un peccato che la scelta di raccontare la storia in prima persona non abbia permesso all'autore di approfondire la vita delle persone comuni a quel tempo: sarebbe stato interessante, ma allora ci saremmo trovati di fronte più a Ken Follett che a Manfredi e starei parlando di un altro libro.

Questa non è infatti una storia di gente comune ma di eroi che tra storia e mitologia hanno attraversato i secoli.

Voto OTTO E MEZZO. Consigliato a chiunque piaccia la mitologia greca.


venerdì 14 dicembre 2012

John Wyndham - I figli dell'invasione

Sono un grande appassionato di fantascienza: è in assoluto il genere letterario che prediligo.

La mia passione è così forte che provo quasi una sofferenza interiore a causa del fatto che vivo in un'epoca in cui difficilmente vedrò l'umanità intraprendere la più grande avventura che essa potrà mai affrontare: l'esplorazione dello spazio oltre il nostro sistema solare. Il sogno di poter vedere con i propri occhi pianeti fuori dalla nostra eliosfera non è purtroppo alla portata del ventunesimo secolo.

Potrete dunque capire come sia irresistibilmente attratto da questo tipo di letture.

Ma veniamo a noi: "i figli dell'invasione" è un libro di fantascienza ma non è assolutamente del genere di cui avete letto qui sopra! Infatti questo libro, scritto nel 1957 e ripubblicato da Urania (grazie di esistere!) il mese scorso, parla delle vicende di una cittadina inglese, Midwich, le cui donne si ritrovano tutte incinte nello stesso identico giorno. Chi o cosa portano in grembo? La risposta in un romanzo di fantascienza è piuttosto scontata.
Tuttavia questa non è una storia "d'azione" di umani che resistono ad una forma di invasione aliena, è piuttosto un dibattito filosofico, morale ed etico su come comportarsi e quali misure adottare verso questi bambini a dir poco particolari; il tutto immerso nel contesto culturale degli anni Cinquanta con tutte le conseguenze del caso.

In definitiva il libro non mi è dispiaciuto. Il finale mi è parso abbastanza scontato ma la forza di questo libro non sta a parer mio nei colpi di scena quanto appunto nei ragionamenti etici e morali dei personaggi. E' un libro riflessivo che conta molto sull'acume di Zellaby, uno dei personaggi di punta del libro nonché probabilmente il più carismatico.

Il mio voto è un pieno e tondo SEI, non è consigliato per tutti!






giovedì 13 dicembre 2012

L'immortalità all'indietro

Per citare una canzone a me cara "la scrittura è l'arte che sutura l'anima con la cultura". Credo tuttavia che essa sia anche la forma di intrattenimento più elevata in quanto capace di colpire, grazie alla fantasia, tutti e cinque i sensi.
I film in questo senso sono limitati, colpiscono per lo più vista, ma se uno scrittore è capace e la fantasia del lettore è pronta si può avere l'impressione di vedere una foresta, toccarne le piante, sentirne i suoni, avvertirne il profumo e gustarne i frutti.

Umberto Eco ha descritto in questo modo la lettura: "un analfabeta che muore a 70 anni ha vissuto una sola vita di 70 anni. Io di anni ne ho vissuti 5 mila. Ero presente quando Caino ha ammazzato Abele e quando Giulio Cesare è stato ucciso, e anche alla battaglia delle Termopili e quando Leopardi guardava l'infinito. La lettura ti dà l'immortalità, all'indietro."
Credo che niente renda meglio l'idea del valore e della ricchezza che un libro può donare.

Con questo blog mi propongo di descrivere, come meglio potrò, i miei frammenti di immortalità: i libri che ho letto.
Non ho la presunzione di scrivere critiche o recensioni, non ne ho le competenze; mi limiterò a scrivere semplici opinioni di un lettore qualunque.